Fragile Surface
IED x Artribune
A partire da settembre 2022 stiamo realizzando le copertine della rivista Artribune.
Per il secondo anno di collaborazione abbiamo scelto di affidarci ai temi delle più importanti manifestazioni di arte e design, prendere in prestito spunti di riflessione e restituire immagini potenti ma fragili. Superfici sottili che racchiudono complessi punti di vista. Le biennali (triennali - quadriennali - quinquennali) sono l’occasione per artisti e designer di riflettere sugli argomenti centrali della contemporaneità. Partendo da manifestazioni del recente passato e tenendo in considerazione le tematiche delle prossime, cercheremo collegamenti espliciti o implicite contrapposizioni e ci interrogheremo proponendo un punto di vista inedito: quello di giovani persone che si affacciano sul futuro.
Ogni copertina sarà il simbolo della soglia da attraversare per immergersi nella profondità e nella poliedricità del progetto. La fragile superficie da rompere per potersi avventurare nell’immaginazione iperconnessa dei designer.
SURFACE #7: La copertina
TRANSITIONS- Fluvoxamina
Uno scatto del progetto Fluvoxamina di Gaia Invernizzi presentato a Pitti Uomo 104 nella mostra collettiva TRANSITIONS inaugura la seconda stagione di Fragile Surface
SURFACE #7: Il progetto
la curatela collettiva è il tema della nuova copertina
La manifestazione scelta come ispirazione per la prima copertina della nuova serie è documenta 15, svoltasi la scorsa estate a Kassel e curata da ruangrupa: il collettivo di artisti con sede a Jakarta che ha costruito le fondamenta della loro esposizione sui valori e le idee fondamentali di lumbung (termine indonesiano per un granaio di riso comune). Il lumbung come modello artistico ed economico è radicato in principi come la collettività, la condivisione delle risorse comuni e l'allocazione equa, ed è incarnato in tutte le parti della collaborazione e della mostra.
Partendo quindi dal concetto di curatela collettiva proponiamo l’immagine di copertina dal progetto Fluvoxamina di Gaia Invernizzi che ha partecipato all’installazione collettiva TRANSITIONS, con la mentorship di Lucy Orta, presentato da IED durante l’ultima edizione di Pitti Uomo a Firenze.
L’immagine scelta è un dettaglio delle manipolazioni tessili realizzate per i tessuti della collezione, la prospettiva ravvicinata restituisce un’immagine simbolo di una collettività di individui connessi da molteplici relazioni.
TRANSITIONS
L'artista multidisciplinare Lucy Orta mentor del progetto presentato a Pitti Uomo 104
Mesi di lavoro in team hanno portato alla realizzazione di una grande installazione dove tutti i progetti, ognuno nella propria individualità, risuonano in una visione complessiva. L’installazione amplia il terreno della moda includendo elementi performativi, disegni, immagini fotografiche e video. Qui i giovani designer si raccontano come futuri protagonisti attivi di un mondo che dovranno abitare, i progetti diventano quindi lo strumento attraverso cui esprimere i rispettivi punti di vista sui temi che più sentono urgenti del contemporaneo.
I progetti presentati a TRANSITIONS
L’installazione, attraverso l'uso di materiale e elementi formali ricorrenti, crea un campo comune dentro il quale il concept di Transitions è stato interpretato. Un grande stage accoglie i diversi progetti che dialogano fra loro e abitano lo spazio con un lavoro corale e allo stesso tempo multiforme. Gli studenti sono stati chiamati a decodificare il termine transizione inteso come momento di passaggio e di complessità che ogni cambiamento comporta: ogni transizione è la conseguenza di una necessità di adattamento a una crisi che permette al contempo di progettare un futuro diverso. Ogni transizione è un passaggio che ripensa le forme dell'umano dal punto di vista sociale, ecologico, tecnologico.
I progetti esposti nell’installazione Transitions sono:
Fluvoxamina performance di interazione libera con capsule collection di Gaia Invernizzi
Jano Bikoitza video ed outfit di Marcos Escobar Aguirre
The Transition of Silence performance con tessuti e materiali sonori di Luca Mantovani
Dizygoth capsule di capi tecnici e materiali di ricerca sulle bioplastiche di Carolina Puiggròs Figueras
From Flesh to Code, a Dialogue on Transition performance di Michele Serra
PRODIGY capsule e performance ispirate all’uomo-gargoyle di Riccardo Lerda
Body of Transformations, Transformations of Body installazione di Federica Borzì
Survive zaino di Livio Pilla
Tra gli otto progetti presentati, per la copertina di Artribune #74 è stato scelto Fluvoxamina performance di interazione libera con capsule collection di Gaia Invernizzi - IED Milano.
La performance porta a conoscere se stessi grazie all'interazione con i capi, questi non seguiranno le linee e le forme del corpo esistente ma ne creeranno uno nuovo.
L’immagine scelta è un dettaglio delle manipolazioni tessili realizzate per i tessuti della collezione, la prospettiva ravvicinata restituisce un’immagine simbolo di una collettività di individui connessi da molteplici relazioni.
FLUVOXAMINA: Il progetto
Attraverso la costante ricerca del difetto - anche quando inesistente - l’individuo si trova a vivere in un continuo stato di transizione tra reale e percepito, arrivando al punto di non distinguere la realtà dalla finzione, sentendosi bloccato in una continua autocritica. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di aprirsi allo spazio, prendere coscienza delle possibilità che un corpo possiede, accettarne le alterazioni e sentirsi liberi di cambiare.
Attraverso la possibilità di utilizzare l'indumento in modi diversi, l’individuo può realizzarne uno e adattarlo alla propria volontà, alle diverse circostanze e soprattutto utilizzarlo come veicolo di accettazione.
FLUVOXAMINA: Le manipolazioni
I tessuti utilizzati in collezione sono stati studiati sia dal punto di vista funzionale, ricorrendo a tessuti tecnici, ma anche quello estetico ed espressivo andando ad alterare la natura di determinati tessuti pre esistenti e creandone di nuovi tramite lo studio di pattern per la realizzazione di uno jacquard.
Le manipolazioni comprendono principalmente due tecniche: l’agugliatura che conferisce all’accoppiamento di più tessuti un aspetto quasi scultoreo, amorfo e la bollitura del tessuto con piccoli elementi in acciaio che imprimono la propria forma nella struttura dello stesso
"La cosa più interessante e stimolante, oltre il confronto diretto con Lucy, è stato interagire con gli altri designer. Durante i mesi di lavoro e soprattutto durante i giorni di esposizione il parere e il confronto sono stati un elemento fondamentale per la crescita e messa in discussione personale. I feedback reciproci hanno permesso delle migliorie e delle modifiche senza andare però ad intaccare l’identità del lavoro e del designer rendendo così l’installazione coesa ma ben distinta." Gaia Invernizzi