Data

15 luglio 2024

“We are the project”

È questo il claim che ha accompagnato l'ultimo fashion show dell’Istituto Europeo di Design, che ha portato in passerella le migliori creazioni moda di studentesse e studenti di Fashion Design e Design del Gioiello IED Roma, quest’anno dedicate a celebrare sé stessi, la propria identità e il proprio percorso creativo.

Le luci della passerella si sono accese mercoledì 10 luglio su diciannove progetti di moda che hanno sfilato ai piedi dell’acquedotto romano che attraversa il giardino della sede IED: dodici capsule collection, quattro collezioni di accessori e tre di gioiello.

Ogni progetto in passerella è un racconto personale: c’è “Abitanti”, collezione di Leonardo Fizialetti che indaga la relazione con la nostra casa e con gli oggetti che custodisce, interrogandosi su quali siano davvero essenziali alla crescita personale. C’è “Douceur”, collezione di Irene Panzini, che con i suoi outfit richiama e celebra la pasticceria di famiglia, per unire alle sue radici la sua passione per la moda. Così, gli sbuffi di una gonna richiamano i riccioli di panna, la giacca da pasticcere diventa un abito da sera, il toque blanche si trasforma in un top. C’è “L’ennui”, progetto di Annamaria Jerinò dedicato alla noia, che secondo la studentessa è l’emozione che più descrive il vivere contemporaneo. Con l’affermarsi del fast fashion, che ha generato la tendenza dell’acquisto compulsivo, si è spesso sommersi dai propri oggetti, così tanto da non sentire più alcun rapporto con loro. “Viviamo dunque nel tempo della noia?”, si domanda Annamaria. Un sentire comune ad Alessandro Pozzolini, che con la sua collezione di accessori “Homo. Deus”, mette in scena un essere umano iperconnesso, alla guida delle più alte tecnologie ma allo stesso tempo governato dalla tristezza. Un lavoro che coniuga l’arte dell’upcycling alla sartorialità, come “Coeur Sensible”, di Shaven Nuyandoa: un’analisi sul colore rosa che lo porta al di là degli stereotipi.

Diversi lavori hanno raccontato mondi lontani, nel tempo e nello spazio: gli outfit di “Paradox”, di Simone D’Ostuni, rappresentano forme di vita capaci di sopravvivere alla “fine del mondo”, quelli di Moonlife, creati da Teresa Colonna, sono invece pensati per un viaggio a bordo di una navicella spaziale, in direzione Luna. Infine, Dritto filo, progetto di Maria Bruni, è un focus sulla modellistica che vuole enfatizzare il legame prezioso che si crea tra il filo e la mano, tra l’abito e l’artigiano, un rapporto che attraverso la manualità e il contatto diretto con il tessuto fissa un’identità profonda e indelebile.

Quest’anno, il fashion show romano ha posto inoltre l’accento sulla coralità e interdisciplinarità e contato il contributo di tutte le sue scuole: le classi di Design hanno progettato il layout delle passerelle e realizzato i gadget donati agli ospiti durante la serata, la scuola di Arti Visive ha arricchito l’evento con un mash-up di progetti video e un dj set, la scuola di Comunicazione ha ideato la campagna social per lanciare la kermesse. E per la prima volta uno spazio è stato dedicato anche alle creazioni più originali realizzate dai licei romani con cui IED Roma ha sviluppato progetti PCTO.

*Si ringraziano: Casale del Giglio e Ferrarelle

 

Potrebbe interessarti anche: