Data

05 settembre 2024

Si è da poco conclusa la sessione di tesi dei corsi Triennali 23/24: dai progetti emergono temi ricorrenti, affrontati con sguardi personali e approcci disciplinari diversi, accomunati dal comune linguaggio del Design. Eccone alcuni

L’intellingenza Artificiale nelle tesi IED

Se l’AI è un main character sul palcoscenico di diverse professioni e discipline, creative e non solo, studenti e studentesse IED ne hanno indagato dinamiche e potenzialità ancora inespresse in diversi progetti di tesi.

E il caso del corso di Design della Comunicazione, con la tesi Hyvee, next becomes now in cui il team composto da Iside Casagrande, Carla Corteselli Andreani, Camilla Merlini, Luca Ramponi, Francesco Torelli, Letizia Streparava, Riccardo Campani, Lorenzo Cremonese, Valeria Giustini, Viola Russo prova a immaginare un nuovo processo di lavoro, in un possibile studio creativo, che unisce l’uomo e l’AI in una collaborazione dalla simbiosi perfetta: la mente umana e i colleghi artificiali – ossia le AI team-mate - raggiungono insieme risultati matematicamente sensibili e umanamente perfetti.

La tesi di Fashion Marketing Artificial Intelligence in the Marketing of Fashion: F**K E-commerce Restyling, di Leonardo Novelli, applica invece l’uso dell’AI a un brand concreto, per potenziare la comunicazione e le performance sul web del giovane marchio di sportswear made in Italy (Andria). Il piano studiato per F**K verte sull'applicazione di strategie digitali basate sull'intelligenza artificiale, complete di implementazioni visive e copy, ideati per intensificare la presenza online complessiva del marchio, dal punto di vista del posizionamento sui motori di ricerca, nonché per migliorare l'esperienza digitale di tutti i visitatori e clienti.

Origo invece, progetto di Media Design (Micaela Kate Iniego, Alessia Laganà, Andrea Sala, Giulia Salvo, Luca Virzì) fonde l’AI con la SEO (Search Engine Optimization) con l’obiettivo di supportare chi lavora nel web a livello strutturale e di contenuto, per creare siti più coinvolgenti, anche nell’esperienza utente.

Il tema del lavoro nelle tesi IED

Diversi gruppi di diplomandi in Graphic Design, per un totale di 18 studenti e studentesse sia del corso italiano sia di quello internazionale, hanno condotto il loro progetto di tesi in collaborazione con CISL Lombardia, indagando il rapporto tra Lavoro e GenZ. Tra le proposte, app innovative, podcast, prodotti di digital marketing che indagano temi come il bilanciamento fra lavoro e vita privata, il problema dei cosiddetti Neet (i giovani che non studiano e non lavorano), i bisogni delle partite Iva. I tre progetti ritenuti più innovativi e più pronti ad essere trasformati in realtà sono stati premiati da CISL Lombardia: il gioco da tavolo Balancity, dedicato all’equilibrio vita-lavoro, il podcast We Are Fired! dedicato a tematiche giovanili legate al mondo del lavoro e Path, un’app dedicata ai giovani cosiddetti NEET.

Anche la moda parla di lavoro. L’evento graduate IED Avant Défilé ha visto distinguersi ben due collezioni di tesi di Fashion Design sul tema. Uno dei due progetti, di cui è stata appena discussa la tesi, è stato anche premiato dal Fashion System: si tratta di 3K di Marco Servedio che nella sua collezione riprende la definizione giapponese dell’operaio - Kitanai (sporco), Kiken (pericoloso), Kitsui (esigente) - puntando poi tutto sulla sicurezza nei cantieri. Succede con tessuti tecnici  dalle alte funzionalità performative, resistenti alle abrasioni e all’acqua, traspiranti e dunque adatti ad ogni stagione, doppiamente protettivi contro gli agenti atmosferici. Guardando all’innovazione e alla sostenibilità, grazie all’inserimento di batterie e pannelli fotovoltaici in punti strategici in grado di alimentare dei led, i capi autoproducono la luce necessaria, ricaricandosi di giorno e attivandosi durante la notte per garantire maggiore visibilità agli operai. Completano la struttura accessori che garantiscono mobilità e versatilità, agganciandosi e sganciandosi all’occorrenza: zip coil spalmate waterproof con doppio cursore bidirezionale, oltre a zip vislon e invisibili.

Il lavoro è stato poi esplorato come ambiente nel quale ambire a prestare la propria professionalità. Ѐ l’employer branding al servizio della nota agenzia creativa Robilant Associati (che compie nel 2024 40 anni) al centro di un altro progetto di Design della Comunicazione, declinato in due proposte per convincere i giovani creativi a desiderare di lavorare proprio lì. Una, R40 – Blending Minds, è l’ideazione di uno speakeasy: una commistione di menti che si fondono e fioriscono grazie alla contaminazione di culture, ambizioni e visioni diverse per dar vita a idee inaspettate, nel momento in cui la creatività è al suo apice, la notte. L’altra, Quaranta – per chi ha fame di idee, punta tutto sul cioccolato, imbattibile nello stimolare la creatività: propone dunque un brand di cioccolato dai poteri straordinari. Robilant infatti, sorge a Milano tra le mura di un’ex fabbrica di cioccolato ed è come se da quarant’anni assorbisse la magia di cui questo luogo è intriso.

Anche la Fotografia, infine, indaga il lavoro con taglio talora oggettivo talora concettuale. La tesi The Blind leading the Blind di Christian Respino racconta gli ambienti operai nel Regno Unito (nell'immagine principale uno scatto). Dopo la Brexit, infatti, i lavoratori low skill, gli stessi favorevoli alla sovranità e indipendenza popolare, si sono trovati ad assistere a un calo della manodopera qualificata, rendendo difficile la ricerca di nuove figure e mettendo a dura prova l’industria automotive e metallurgica, già fortemente dipendente dalla manodopera migrante. 

Agricoltura e clima nelle tesi: idee che “nutrono”

Il progetto Harvest di Media Design (Andrea Costantin e Gaia Scuteri) punta a suppportare l’agricoltura italiana (e non solo) messa così a dura prova dai fenomeni climatici estremi, rivolgendosi sia alle aziende agricole sia alle compagnie di assicurazione nel settore. Si tratta di una piattaforma (realizzata per essere intuitiva e immediata nell’utilizzo) che permette di visualizzare i dati rilevati dai dispositivi sul campo e di agire di conseguenza: si tratta di dati ambientali che monitorano le condizioni chimiso-fisiche di terra e aria e che consentono previsioni sul raccolto effettivo.

Anche due startup innovative, progettate dai diplomandi di Product Design, affrontano il tema. Fog Project di Andrea Delaini, Giorgia Grilli e Francesco Tuzzi è un sistema rivoluzionario ed economico per la realizzazione, in condizioni climatiche di crescente siccità, di orti urbani autosufficienti sostenuti da un prodotto che estrae acqua dall’aria, pensato per il contestio del Perù. La startup punta a garantire supporto idrico agricolo nelle regioni in via di sviluppo che soffrono di scarsità d'acqua e dove l'agricoltura è la spina dorsale dell'economia locale, consentendo di migliorare la qualità della vita e di supportare la sicurezza alimentare. Beeline di Zenan Lin punta invrece alla creazione di servizi cooperativi tra apicoltori e agricoltori (servizi di impollinazione commerciale). Come è noto, la maggior parte delle colture mondiali dipende fortemente dagli insetti impollinatori, il che influisce direttamente sul reddito degli agricoltori, sulle risorse alimentari e umane. A causa di fattori come la monocoltura, l'uso improprio di pesticidi, la minaccia delle api esotiche nei confronti di quelle autoctone, il cambiamento climatico globale, ecc. la popolazione di api mellifere sta diminuendo, con la conseguente incapacità delle colture di crescere correttamente. La startup consiste in un'alveare e in un'applicazione: l'arnia intelligente offre un ambiente di vita più confortevole alle api e l'app crea interazione tra i vari soggetti coinvolti.

Legami, tradizioni e territori

I luoghi di origine (e non solo) agiscono spesso da importanti fonti di ispirazione per le tesi, oppure da campo su cui mettersi in gioco.

E’ così che il profondo Salento, con la magia popolare di cui è intriso e in particolare il fenomeno del Tarantismo, ossia l’insieme di disturbi nervosi e di tutte le ritualità curative e scaramantiche associate, è al centro di una tesi di Sound Design e Video Design, la suggestiva installazione Muscantara, di cui sono autori Angelo Bitetti e Lorenzo Figliuzzi con Lorenzo Alexanian e Manila D’Alessandro. Partendo dalla tipica danza, la pizzica tarantata e lavorando simultaneamente con suono e video, l’obiettivo è stato quello di trasferire i simboli del Tarantismo in un immaginario capace di riverberare nel pubblico il mistero e lo stato di trance di coloro che erano coinvolti in questo rituale.

U’ tagghiamu stu palluni ci porta dal Salento a Palermo con la necessità da parte dell’autore Giulio Giuseppe Di Gregorio (Fashion Stylist) di restituire un racconto della sua città meno superficiale e stereotipato di quanto (ancora) fatto recentemente anche da importanti media di moda e lifestyle. Ne è nato un photobook, dall’approccio autoriale e reportagistico, scandito dal brano dei Combomastas, che esplora i quartieri della città attraverso luoghi e personaggi iconici.

Le valli del Trentino, con la semplicità e la sapienza artigianale che celano, sono la fonte di ispirazione di Je vois encore, collezione moda di Emma Baroni premiata anch’essa a IED Avant Défilé con il Premio della Stampa. Il progetto bbraccia il tema del ricordo legato al proprio luogo di nascita e stimolato attraverso i sensi. I volumi morbidi e la predilezione verso maglieria e i tessuti caldi come il panno o il jersey in lana perseguono l’obiettivo principe della collezione: il comfort, il calore, l’abbraccio, volti a trasmettere la sensazione di indossare il proprio luogo d’infanzia e di portare con sé gli oggetti del cuore.

La montagna è protagonista anche della tesi Rossignol open mountains, in collaborazione con il brand leader nel settore degli articoli e delle attrezzature per gli sport invernali e che ha visto all’opera studenti e studentesse di Interior Design e della specializzazione in Scenografia degli eventi. Le varie proposte progettuali, immaginate nel contesto dei Giochi Olimpici e Paralimpici del 2026 a Milano e Cortina, promuovono - attraverso eventi multi stagione - il vivere e il percorrere la montagna non solo nei tradizionali periodi invernali, ma per l’intero anno, valorizzando biking e trekking in boschi e vallate innevate, ma anche i luoghi storici dell’azienda. Con questo scopo sono state immaginate, dai colleghi di Fashion Design. anche delle collezioni moda adatte al vivere la montagna tutto l’anno.

L’insieme variegato di popoli e culture che compone i paesi balcanici è al centro di una tesi - documentario di Fashion Styling & Communication. Occhi aperti, di Leonardo Chiaramida, Miriam Gizzi, Alessia Stampatori, Giusy Terrezza racconta un’area relativamente vicina all’Italia dal punto di vista geografico e ricca di storie da raccontare (tra guerre, profonde tradizioni, scontri etnici e religiosi, dittature e reazioni coraggiose) ma che non è spesso considerata dall’ambito moda. Il lavoro vuole creare un ponte di connessione tra l’Italia e alcune città afferenti all’area balcanica, Atene, Sarajevo e Belgrado, con il proposito di assorbire la sensibilità dei popoli, la loro cultura, le loro abitudini e tradizioni, e darne una restituzione in termini visuali.

L’esperienzialità

L’Interior Design affronta spessissimo il valore dell’esperienza in uno spazio pubblico, studiando soluzioni su come renderlo più potente e memorabile, oltre che valoriale in termini di branding, presso un dato pubblico.

E’ così che il progetto di tesi in collaborazione con Amarelli – Fabbrica di liquirizia dal 1731 e con la partecipazione di Museimpresa ha, in ben cinque proposte, lavorato sull’esperienza del visitatore nel Museo della liquirizia "Giorgio Amarelli" di Rossano (Cosenza), dedicato allo storico leader italiano nel settore. Puntando su spazialità e sensorialià, ma anche sul valore del paesaggio mediterraneo in cui il museo è immerso, i designer hanno reinterpretato gli aspetti museografici anche con l’inserimento di sistemi tecnologici multimediali per la narrazione e la comunicazione visiva, anticipando le aspettative di esperienza del visitatore‐user contemporaneo, atti ad innescare o rinnovare il rapporto con l’azienda, la sua storia e i suoi prodotti.

“ARENA 2030” – Future Sharing Space è una tesi di Interior Design che progetta proprio l’esperienzialità in termini di condivisione, pensando a spazi e situazioni finora inediti e andando a creare – simbolicamente – delle arene nella città di Milano, secondo diverse proposte. Solari System (Simone De Los Santos, Anna Maria Grasso, Ioanna Michail, Melissa Radice che punta alla riqualificazione edilizia, che mira a trasformare l’organizzazione delle case popolari, ottimizzando gli spazi abitativi e promuovendo la socializzazione all'interno del complesso. La sfida principale è aumentare la capienza rispettando la struttura storica esistente, concentrandosi sulla sostenibilità e la scelta dei materiali, ispirandosi al modello di auto progettazione di Enzo Mari. Metro Boulevard (Francesca Beretta, Alice Colombo, Elisa Giussani, Chiara Maria Mirenda) guarda al sessantesimo anniversario della metropolitana M1 di Milano per trasformarne gli spazi in veri e propri boulevard cittadini sotterranei, a favore della socializzazione e dell'interazione tra i suoi avventori. La palestra del tempo (Lucrezia Chiriatti, Helena La Camera, Giulia Nemesi, Beatrice Titton propone un nuovo format di spazio che combina spa, meditazione e palestra. La volontà è superare la visione individualistica del fitness, lanciando una sfida per il futuro in cui il benessere individuale possa intrecciarsi con quello collettivo, eliminando per quanto possibile il superfluo. Eterno (Bernadette Cannatà, Davide Fior, Erika Giaquinto, Valentina Mazzucchelli, Taila Sacco) progetta un luogo in cui la natura è protagonista, avvolgendo gli spazi di socializzazione: si pensa così a un parco del futuro, un luogo protetto dalle intemperie, aperto tutto l'anno, con attività per il benessere che favoriscono la creazione di una comunità coesa. Agire (Michela Altobelli, Carola Invernizzi, Giulia Reggiani) punta a creare uno spazio di socialità, attraverso un ostacolo interattivo progettato per conoscere e far interagire le persone. Azioni comuni come il dialogo, lo sguardo, il contatto fisico, saranno reinterpretate in un’accezione nuova, rendendole più curiose e stimolanti, con un approccio relazionale che si distingue per la sua semplicità e giocosità.

Anche la tesi di Design della Comunicazione con il Teatro Franco Parenti di Milano fa leva sull’unicità dell’esperienza con l’obiettivo di attrarre i giovani della GenZ verso uno mezzo di comunicazione e intrattenimento sentito come distante. Con Teatro 2.Z,  Luca Fischer, Alessandro Mongelli, Martina Nigro, Letizia Palumbo ed Elisa Richetti puntano alla creazione di un luogo inclusivo, un nuovo spazio costruito su misura per le nuove generazioni che coesisterà con l’anima originale del Teatro Parenti, al fine di creare  una vera e propria community. Il tutto è accompagnato da una comunicazione ad hoc che utilizzerà il linguaggio verbale e visivo condiviso dagli zoomer. Con Buio in sala invece, Paride Alfarano, Silvia Casati, Ritamorena Zotti e Nicole Fontana fanno leva sul buio (e quindi sull’ingnoto e sul mistero, declinato in tutti gli aspetti di comunicazione digital e on site) come amplificatore delle emozioni, per attrarre i loro coetanei.

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