"Un viaggio sorprendente nella nostra fantascientifica realtà di tutti i giorni: come ci si sente a essere umani nell'era digitale".
Data
24 gennaio 2025
"Un viaggio sorprendente nella nostra fantascientifica realtà di tutti i giorni: come ci si sente a essere umani nell'era digitale".
Con queste parole, la regista e docente di cinema Adele Tulli descrive R E A L, il suo ultimo docu-film che esplora l’esperienza umana nell’epoca dell’iperconnessione. Un’indagine visiva che mette in luce le molteplici – e talvolta inquietanti – sfaccettature del vivere digitale: relazioni virtuali, lavori digitali, cybersessualità, città e abitazioni automatizzate e sorvegliate.
Un confronto con i nativi digitali
Il 22 gennaio scorso, Tulli ha presentato il film allo IED di Roma, davanti a sessanta studentesse e studenti del Corso di Laurea Triennale in Design della Comunicazione. Il confronto che ne è seguito ha toccato temi cruciali, come il senso di alienazione e isolamento generato dalle “bolle” delle realtà virtuali, ma anche la libertà identitaria che il digitale può offrire, superando i confini fisici del corpo.
Moderato da Massimo Guerci, coordinatore del Corso e Andrea Natella, docente di Design della Comunicazione e Coordinatore del Master Comunicazione. Strategie non convenzionali, il botta e risposta tra regista e studenti ha visto emergere numerose domande tecniche e teoriche: dal linguaggio visivo adottato alle tecniche di montaggio, fino alla scelta dei personaggi – umani e non. Il dibattito ha infine esplorato il tema della polarizzazione, fenomeno che tende a semplificare la realtà in contrapposizioni nette, riducendone la complessità e le sfumature. Un aspetto particolarmente rilevante per le nuove generazioni, immerse in ecosistemi digitali che possono favorire dinamiche di radicalizzazione.
Uno sguardo cinematografico sulla nuova condizione umana
Con uno stile visivo che sfrutta gli stessi strumenti della rete – visori, webcam, smartphone, telecamere di sorveglianza – R E A L ci accompagna in un universo di possibilità e contraddizioni, interrogandoci su cosa significhi davvero essere umani oggi. "Ho iniziato questo progetto con l’urgenza di immergermi nelle metamorfosi emotive, sociali e cognitive innescate dal nostro rapporto con le tecnologie digitali", ha raccontato la regista. "Il film nasce come un'indagine libera e personale su questa trasformazione senza precedenti, in cui lo sguardo cinematografico diventa una lente per esplorare la nostra attuale condizione di esseri umani digitali. Sentivo che tutto ciò che chiamavamo reale stava crollando, e ho cercato modi per rappresentare questo crollo.”
Adele Tulli, i cui lavori sono stati proiettati e esposti a livello internazionale (Berlinale di Berlino, Lincoln Center di New York, Museo MAXXI di Roma, ICA di Londra), firma con R E A L (2024) il suo secondo lungometraggio.