Saper tessere una storia è una prerogativa ormai intrinseca al brand, soprattutto nel mondo della moda: ciò che indossiamo rivela qualcosa non solo sul marchio ma anche su noi stessi e sull’ambiente in cui ci muoviamo.
Conoscere la composizione dei capi e i tessuti che vengono adoperati sono fattori sempre più discriminanti per l’acquisto: determinate stoffe vengono preferite ad altre per le caratteristiche benefiche, come la seta, altri marchi hanno collegato un determinato tessuto al proprio core aziendale, come Prada con il nylon, o ci sono brand che prediligono materiali eco-friendly, come Stella McCartney e la pelle vegana.
Il DNA del brand può essere ritrovato nella scelta tessile che viene realizzata: i tessuti assumono carattere culturale e sociale, e rivelano qualcosa sul brand, che diventa autore e narratore del proprio vissuto.
Lo storytelling applicato alle stoffe diviene, così, un ulteriore modo di coinvolgere il consumatore e renderlo più cosciente riguardo le proprie preferenze d’acquisto, per agevolare il posizionamento del marchio nell’immaginario del cliente, anche in relazione ad altre firme.
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