Concluso il ‘Sustainable Denim Contest’: dai denim usati gli studenti creano 23 nuovi capi e accessori originali. Cinque di essi saranno prodotti dalla Sartoria della Fondazione, che sostiene mamme con bambini in condizioni di fragilità.
Data
20 settembre 2021
Concluso il ‘Sustainable Denim Contest’: dai denim usati gli studenti creano 23 nuovi capi e accessori originali. Cinque di essi saranno prodotti dalla Sartoria della Fondazione, che sostiene mamme con bambini in condizioni di fragilità.
La borsa con manici in pelle e la collana di Carlotta Martini, le calzature in denim di Sofia Peselli, il kimono di Luca Del Prà e i cestini per la casa di Pietro Zanoletti.
Sono stati presentati i risultati del concorso creativo Sustainable Denim Contest, progetto di solidarietà e sostenibilità lanciato a fine primavera con Fondazione Archè, per una creatività progettuale che punti – a partire dal riuso e dalla rigenerazione - a sostenere il lavoro di mamme con bambini e nuclei fragili di cui Fondazione Arché si occupa da 30 anni.
Dal lavoro di 12 studenti e studentesse IED Moda Milano (scelti tra i corsi di Fashion Design, Shoes and Accessories Design e Fashion Marketing) sono emersi 23 pezzi unici ideati a partire da capi in denim usati, cui i creativi hanno dato nuova forma, finalità e vita. Tra le proposte realizzate nei laboratori IED (set di collane e cappelli, calzature e borse di varie dimensioni, cappucci e cinture, oltre a scialli, gilet e kimoni) la giuria formata da rappresentanti dell’Istituto, della Fondazione e da commissari esterni ha selezionato i cinque item che saranno effettivamente prodotti dalla Sartoria Sociale di Fondazione Arché e messi a catalogo per la vendita a sostegno dei progetti che conduce per le famiglie vulnerabili, volti alla costruzione di un’autonomia sociale, abitativa e lavorativa. La prima occasione per acquistarli è stata durante l’Arché Live di sabato 18 settembre presso CasArché a Milano, in via Lessona 70.
Una selezione finale che comprende oggetti diversi e in grado di completarsi tra loro per una proposta bilanciata (un capo d'abbigliamento, un accessorio, una scarpa, un ornamento, un oggetto ad uso domestico), basata su freschezza ed innovatività del design ma anche sul prezzo finale di vendita al pubblico, sulla facilità di realizzazione e di acquisto.
«Nel condurre il progetto abbiamo cercato di fornire agli studenti tutte le linee guida per affrontare il tema dell’upcycling in maniera equa - racconta Alon Siman-tov, Coordinatore della Specializzazione in Shoes and Accessories Design di IED Milano.- L’obiettivo era comprendere bene a chi si andava a indirizzare il prodotto, prendere consapevolezza della complessità dell'oggetto disegnato puntando però alla facilità di realizzazione (con fasi di sviluppo documentate passo dopo passo alle operatrici della Sartoria Sociale Arché), sfruttare al massimo il capo di partenza e le sue qualità attraverso un attento studio del design, per non sprecare niente. Siamo molto grati a Fondazione Arché per questa opportunità di confronto concreto su temi importanti come sostenibilità e solidarietà».