L’iniziativa europea è stata lanciata per richiedere una legislazione a favore di chi confeziona materialmente i nostri vestiti. Firma anche tu!
Data
21 luglio 2022
L’iniziativa europea è stata lanciata per richiedere una legislazione a favore di chi confeziona materialmente i nostri vestiti. Firma anche tu!
IED supporta, con il movimento Fashion Revolution e con la sua ambasciatrice Marina Spadafora (attivista per la moda sostenibile e coordinatrice del rinnovato Master in Fashion Design IED Milano in partenza a gennaio), l'iniziativa dei cittadini europei (ECI) “Good Clothes, Fair Pay”, per chiedere una legislazione sui salari dignitosi per chi confeziona i nostri vestiti. La campagna, realizzata da Fashion Revolution in collaborazione con Clean Clothes Campaign, ha bisogno di almeno un milione di firme da parte dei cittadini dell'UE per chiedere alla Commissione Europea di introdurre leggi su questa importante questione.
L’obiettivo è una normativa che imponga alle aziende che vendono abbigliamento, prodotti tessili e calzature nell'Unione Europea di agire sui salari nelle loro catene di approvvigionamento. I marchi e i rivenditori sarebbero legalmente tenuti a valutare i salari nelle proprie catene produttive, mettere in atto piani per colmare il divario tra salario effettivo e salario minimo e rivelare pubblicamente i propri progressi.
LA SITUAZIONE
In questo momento, sottolinea Fashion Revolution, la maggior parte delle persone che realizzano i nostri vestiti guadagnano salari da povertà (si stima il 45% in meno di quanto necessario per provvedere a se stessi e alle loro famiglie), mentre i marchi continuano a realizzare enormi profitti. Essendo il più grande importatore di vestiti al mondo e uno dei maggiori mercati di consumo di moda – con oltre 260 miliardi di euro di vendite previste nel 2022 – l'UE deve affrontare questo modello ingiusto e di sfruttamento.
I salari di povertà sono endemici per l'industria globale. Colpiscono i lavoratori dell'abbigliamento ovunque. L'industria della moda dà lavoro a decine di milioni di persone nel mondo e 1,5 milioni nell'UE, la maggior parte delle quali non riceve un salario minimo.
Il lavoro minorile è una diretta conseguenza della mancanza di un salario dignitoso. La situazione è stata aggravata dalla pandemia da Covid-19. Centinaia di migliaia di lavoratori non sono stati pagati per il loro lavoro quando i principali marchi hanno annullato gli ordini di beni già prodotti. Ciò ha portato ad una grave crisi umanitaria con i lavoratori rimasti senza rete di sicurezza sociale, che lottano per pagare cibo, assistenza sanitaria e un alloggio dignitoso.
Per ulteriori informazioni, si può visitare www.goodclothesfairpay.eu