Il concetto di sostenibilità è ormai parte integrante delle nostre vite e non è più possibile pensare di costruire edifici e architetture senza domandarsi quali siano le scelte più idonee per ripristinare il legame tra uomo e ambiente.
Data
30 marzo 2023
Il concetto di sostenibilità è ormai parte integrante delle nostre vite e non è più possibile pensare di costruire edifici e architetture senza domandarsi quali siano le scelte più idonee per ripristinare il legame tra uomo e ambiente.
Abbiamo intervistato Beatrice Spirandelli, Architetto Biofilico e docente del corso di Formazione Continua in Sostenibilità nel Design d’Interni di IED Milano, per capire com’è iniziata la sua carriera in questo ambito e quali sono i passi che un professionista deve compiere per realizzare concretamente un Design Sostenibile.
Fin dall’inizio della tua carriera hai sempre orientato il tuo lavoro verso la sostenibilità. Qual è l’impatto che questa tematica ha avuto nell’evoluzione della tua vita professionale?
Dopo la Laurea in Architettura, ho iniziato prima a lavorare come progettista nell’ufficio di un termotecnico e poi ho affiancato un designer d’interni nella realizzazione di negozi di moda; parallelamente, cercando di seguire la mia vera passione, ho inoltre svolto un’attività di volontariato presso l’associazione “Architettura e Natura”.
Circa vent’anni fa, ho deciso di abbandonare tutto per seguire un master a Londra in Architettura a basso consumo energetico ed ecosostenibile. In seguito, ho aperto il mio studio MA2A, dove, insieme ad altri colleghi, ci occupiamo sia di Interior Design sia di efficienza energetica.
Si possono identificare i focus su cui deve porre l’attenzione il professionista, che sia Architetto o Interior Designer, che desidera approcciarsi all’ambito della sostenibilità?
Fondamentale è la salubrità delle persone perché sentiamo sempre più la necessità di ripristinare una connessione con la natura, anche solo attraverso il contatto visivo. Proprio per questo sto sviluppando una branca dell’Architettura che si chiama Architettura biofilica: biofilia significa amore per la natura ed è stato dimostrato scientificamente come la connessione con gli elementi naturali migliori notevolmente la qualità della vita.
Un altro aspetto da tenere in considerazione è il comfort: non si può realizzare una progettazione rinunciando a tutti gli elementi moderni a cui oggi siamo abituati, per cui la ricerca deve concentrarsi sul mantenere un equilibrio tra ambienti salubri, confortevoli ed esteticamente appaganti.
La sostenibilità deve passare anche per la bellezza.
Come impatta sulla progettazione di spazi sostenibili lo stile di vita delle persone?
Lo stile di vita deve essere centrale: quando si effettua una consulenza per un cliente, bisogna innanzitutto comprendere qual è il suo modello di consumo dello spazio e, in base a quello, pensare alla riqualificazione degli spazi.
E’ importante pensare soprattutto a come restaurare spazi già esistenti, perché la demolizione ha un notevole costo ambientale a causa dei rifiuti che vengono prodotti: bisogna cercare di costruire ex novo il meno possibile e rispettare l’identità degli spazi.
Quali sono i concetti chiave che i professionisti devono approfondire affinché la sostenibilità non resti solamente una vuota etichetta di facciata, ossia il classico greenwashing?
Un passo basilare è la scelta consapevole dei materiali: conoscere l’intera filiera, da dove arrivano e quale sarà la loro fine, se è una tecnologia a secco oppure a umido; ragionare quindi in termini di ciclo di vita.
Inoltre, è necessario tener conto della durabilità: per un temporary store sicuramente dovrà essere realizzato un pavimento con materiali poco durevoli; se invece si deve creare uno showroom permanente, sarà più opportuno utilizzare materiali resistenti e stabili.
Spesso, purtroppo, vengono progettati allestimenti con materiali di valore, che però vengono demoliti dopo pochissimo tempo.
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