A Roma, nel quartiere Torre Spaccata, due designer IED hanno progettato un centro di accoglienza per minori migranti non accompagnati.
Ogni anno migliaia di bambini e giovanissimi approdano, completamente soli, sulle coste italiane dopo mesi di stenti, abusi e un viaggio estenuante attraverso il deserto e poi a bordo di imbarcazioni di fortuna. Nella maggioranza dei casi la loro destinazione finale non è necessariamente l’Italia, ma uno dei tanti Paesi europei dove prima di loro si sono già trasferiti fratelli, parenti e amici. Persone che questi minori in fuga da guerre e povertà vorrebbero raggiungere, nella speranza di costruirsi una vita migliore.
Da oltre 25 anni INTERSOS, un’organizzazione umanitaria non governativa, opera per portare assistenza ovunque nel mondo alle vittime di violenze, conflitti e povertà estrema, fornendo aiuto, cibo e rifugio soprattutto ai soggetti più deboli come donne e bambini. A Roma, INTERSOS è impegnata nell’accoglienza dei minori stranieri in transito non accompagnati, e nel 2016 ha ottenuto dalla Regione Lazio la possibilità di utilizzare un edificio abbandonato, già sede di una scuola elementare, nel quartiere popolare romano di Torre Spaccata. Con l’apporto progettuale dei giovani designer di IED Roma e un budget frutto della raccolta fondi e di donazioni spontanee, la struttura è stata destinata a centro di accoglienza per minori soli.
L’opera è stata argomento di tesi nel 2017 per il corso triennale di Interior Design, con il coordinamento del docente Vincenzo Di Siena. Gli studenti hanno formulato diverse proposte e una di queste, Home for a day, di Giulia Matani e Tiziana Feligioni, è stata effettivamente messa in cantiere e già in gran parte realizzata, grazie anche al contributo di Ikea, che ha donato tutti gli arredi. Il nuovo centro INTERSOS24 è stato inaugurato alla fine del 2017 e offre attualmente 22 posti letto a bambini e ragazzi, fornendo cure primarie e servizi sia ai minori in transito sia agli abitanti del quartiere in stato di necessità.
“Home for a day è il racconto di un progetto felice”, affermano le autrici Giulia e Tiziana, “un centro di accoglienza che prima di tutto è una casa, almeno per un giorno. I concetti fondamentali sono: una ristrutturazione funzionale; la composizione di arredi che formano e dividono lo spazio senza alzare muri, progettati pensando fuori dagli schemi; una finestra sul mondo, dalla quale poter guardare al di fuori; i colori del gioco libero come quello di casa; piccole cose importanti da ricordare, sempre a vista.”
Grazie alle donazioni, e sempre con il contributo professionale della interior designer Giulia Matani, INTERSOS24 si sta ora ampliando al secondo piano dell’edificio, dove saranno accolte donne migranti vittime di violenza.