Anno accademico
2023/2024
Di fronte alla banalità e alla convenzionalità, Davide Casadei propone l’idea secondo cui gli abiti diventano strumenti di dissenso rispetto a omologazione e condizionamenti, aprendo strade inedite verso la propria verità. I suoi capi si pongono come una sorta di armatura verso l’esterno: l’uomo che li indossa ha l’aria perennemente trasognata e un animo nobile, seppur tormentato.
Veste pantaloni comodi e blazer stropicciati; i polsini, troppo lunghi, scivolano sulle mani quasi a impedire l’uso dello smartphone; predilige grandi borse che nascondono il corpo, quasi una protezione aggiuntiva per affrontare il presente.
I codici vestimentari si appropriano di tradizioni e canoni formali del contemporaneo per creare un’alternativa alle imposizioni e ai pregiudizi, un monito per un nuovo inizio. Si mescolano elementi formali e provocatori, rigore e delicatezza, corposità e leggerezza, fluidità e rigidezza in una tensione tra opposti che serve a legittimare gli errori, le imperfezioni, le asimmetrie, l’incertezza della forma. A livello estetico troviamo superfici puntualmente increspate da giochi di layering e l’uso copioso di tagli, con il senso di precarietà e noncuranza, solo apparente, che ne deriva.