Anno accademico

2023/2024

Dieci studenti contribuiscono alla memoria della maison Finzi, cancellata dal nazifascismo, attraverso un progetto ispirato a un bozzetto storico della casa di moda, presentato da Associazione Figli della Shoah e dell'Anpi, con il sostegno del Comune di Milano e di Fondazione Cariplo

Dieci studenti e studentesse del Master in Fashion Design di IED Milano hanno realizzato l’ultimo abito da sera della maison Finzi a partire da un bozzetto ritrovato nella Biblioteca Braidense che risale agli inizi del Novecento. Riemerge una storia d’eccellenza milanese: quella della maison Finzi, casa di alta moda distrutta dal nazifascismo perché appartenente a cittadini ebrei. La maison fu costretta a chiudere e i suoi proprietari, i fratelli Edgardo e Guglielmo, che combatté come partigiano, furono in seguito assassinati nei campi di sterminio. Guglielmo, detto William, venne insignito nel 1972 con un ambrogino alla memoria come Martire delle libertà.

Tra le 10 interpretazioni presentate, una per ciascun designer, è stato scelto per essere indossato dalla Presidente del Consiglio Comunale Elena Buscemi nella cerimonia di consegna delle Benemerenze Civiche l’abito di Silvia Marsano, 24enne di Garbagnate Milanese. 

L’abito è in taffetà bordeaux di circa 10 metri di tessuto recuperato da residui di un negozio milanese.

Nel lavorare all’abito ispirato a questo ultimo disegno della maison Finzi ho provato un forte senso di responsabilità, soprattutto per la storia che c’è dietro. Sono partita da una fase di ricerca sulla casa di moda e sull’epoca in cui ha operato. Nell’approcciare il progetto mi sono soffermata soprattutto sulle pieghe dell’abito originale, che ho riportato in forma di plissé, provando a drappeggiare del tessuto e creando dei rettangoli che ho plissettato col ferro e che ho messo su manichino per creare una silhouette anni ’20” – racconta la studentessa Silvia Marsano.- Credo che il design abbia, tra i suoi vari compiti, anche quello di contribuire a veicolare una storia, un’emozione”.

Il progetto è stato ideato da Marta Nava e Guido Lo Pinto e promosso da ANPI e Associazione Figli della Shoah, con il contributo di Fondazione Cariplo e il sostegno del Comune di Milano - “Milano è Memoria”.

La realizzazione è stata seguita sotto il coordinamento di Marina Spadafora, la supervisione artistica di Luca Minora e la supervisione didattica e organizzativa di Maddalena Pesenti.